Gli
spettacoli del laboratorio teatrale
Antonio Rosmini |
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1994-95 - C’era una volta una dama e un cavaliere 1995-96 - Sogno o son desto? 1996-97 - Teatrando con certe comari di Windsor 1997-98 - Donna: oppressione, fuga, repressione, libertà etc. 1998-99 - E’chiamata a deporre la Storia 1999-2000 - Cambiando prospettiva: appunti per cabaret 2000-2001 - Una Commedia dell'Arte 2001-2002 - Nathan il saggio - per fede con ragione 2001-2002 - Ifigenia o della violenza
2002-2003 Otello, il moro di Valona, Lublino, El Jadida, Bamako... Lo spettacolo è stato validato dal Comitato Scientifico del Dipartimento Educazione della Regione Toscana 2003-2004 (Non) A la guerre VII Rassegna Provinciale del Teatro della Scuola:
il gruppo teatrale che lo ha messo in scena ha ricevuto, dalle giurie
dei ragazzi, il "Premio interpreti"
2004 – 05 Il doppio – I doppi
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Percorsi Didattici
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Storia dello spettacolo prodotto nell’anno scolastico:
1999-2000 intitolato "Cambiando prospettiva" |
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Storia
dello spettacolo prodotto nell’anno scolastico 1999-2000
Come risolvere l’apparente contraddizione?
Troviamo:
Dario Fo e Moni Ovadia
Come ne può nascere una sceneggiatura teatrale?
E
se i testi prevedono pochi personaggi, mentre sono tanti gli studenti
che vogliono
Soluzione
sperimentale: vanno in scena tutti i personaggi solo nominati nel testo
originale o sdoppiabili in quanto narratori delle proprie vicende Come vengono valorizzati i desideri degli studenti che vogliono cantare o suonare?
Qualcuno avrebbe voluto esprimersi col disegno?
In una fase avanzata dei lavori nasce una curiosità: si può fare cabaret solo con autori contemporanei?
Siamo sicuri che tutto questo basti per coinvolgere i protagonisti e il pubblico su un tema ci sta a cuore come quello dell’accettazione della diversità?
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Premessa
Lo spettacolo dell’anno scolastico 1999-2000 (Cambiando
prospettiva- Appunti per cabaret) è stato molto appagante per
il gruppo teatrale che lo ha portato in scena.
Per il nuovo allestimento pensiamo di progettare un
percorso che potenzi certe abilità e propensioni espressive mimico-gestuali
emerse con chiarezza nella rappresentazione dell’anno scorso:
la commedia dell’arte ci pare un buon terreno di sperimentazione.
Iniziamo un lavoro di ricerca bibliografica, individuiamo
fonti documentaristiche, scegliamo un canovaccio dietro al quale intravediamo
un’opera goldoniana e, attingendo ai repertori di battute, diamo
corpo ai personaggi.
Al secondo appuntamento con gli alunni del laboratorio,
che nel frattempo hanno letto il copione di base, abbiamo la sensazione
di aver impostato un percorso adeguato. I ragazzi sono entusiasti: i
“veterani” hanno già individuato il ruolo a loro
congeniale (che è quello che in fase di scrittura scenica noi
avevamo pensato per loro), le “matricole” che al primo incontro
avevano chiesto timidamente “una sola battutina”, al secondo
incontro ne chiedono già un’altra ed hanno in mente di
occupare la scena in ruoli brevi ma sbalzati. Elaborazione del testo Dobbiamo
creare quadretti scenici adeguati agli attori “ nuovi”,
perciò brevi e indipendenti dall’azione principale, per
agevolare le prove e ridurre la durata dell’impegno individuale.
I pezzi, però, devono avere la caratteristica, pur nella loro
brevità, di dar vita ad un personaggio, facendolo emergere compiutamente.
Dopo quattro
mesi di prove, seguite per divertimento anche dai ragazzi del laboratorio
che, ultimata la loro, avrebbero potuto andarsene, lo spettacolo viene
rappresentato al Teatro dei Ferrovieri e al Teatro degli Industri, in
occasione della IV Rassegna Provinciale del Teatro della scuola |
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Si potrebbe
affermare che l’idea del lavoro teatrale nasca dalla tragica sequenza
di avvenimenti della cronaca mondiale che dall’undici settembre
2001 stanno sconvolgendo il quotidiano di noi tutti. Ma non sarebbe completamente
vero. Significherebbe considerare quel crollo come un evento inaspettato,
un unicum, un dato senza prima e senza poi. Per noi, come per tanti, non
è così e il nostro impegno con i ragazzi è stato
quello di cercare i motivi delle divisioni laceranti, ossia di scoprire
l’inconsistenza di essi, almeno per gli aspetti più conclamati
e volgarizzati. E’ un filone, questo, che abbiamo cominciato a percorrere
con lo spettacolo del 1998, sulle responsabilità collettive ( “E’
chiamata a deporre la storia”, da Primo Levi, Anna Frank, Bertold
Brecht, Rigoberta Menchu etc.) e con l’esperimento di cabaret nel
2000 ( “Cambiando prospettiva-appunti per cabaret”, autori
Moni Ovadia e Dario Fo). Anche quest’anno il testo di base è
autorevole, si tratta di E.Lessing, l’opera è impegnata e
dichiaratamente pedagogica, “Nathan il saggio”. Si è
cercato di alleggerirla, di contaminarla con altre voci. Nello spettacolo
realizzato si può trovare così la vena jiddish di Moni Ovadia
( al quale siamo ormai affezionate), quelle illuministiche di Voltaire
e di Montesquieu e quella meno consacrata degli studenti, per noi preziosissima,
perché prova di una interiorizzazione vera del messaggio di accettazione
dell’altro, al di là della retorica facile. Questo è il nostro impegno per un teatro della scuola che ha senso se fornisce stimoli e motivi di riflessione. Sacrificando, e volentieri, la spettacolarità. |
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Trattare un tema come quello della violenza all’interno delle mura domestiche può sembrare impraticabile a scuola, con ragazzi molto giovani, peggio ancora in teatro, dove ci si deve appropriare di ruoli e situazioni per interpretarli. Il Centro Documentazione Donna per l’Assessorato alle Pari Opportunità della Provincia di Grosseto invita il nostro laboratorio teatrale a collaborare ad un progetto di informazione sull’argomento. Ci sembra un contributo all’educazione civile dei nostri studenti. Si sceglie il mito, la tragedia greca: un modo per liberare gli allievi del laboratorio teatrale dall’incombere della tragedia del presente. Il personaggio è Ifigenia, la vergine sacrificata da Agamennone, padre-padrone, in nome di un interesse collettivo, nobile e dignitoso. Ma si deve passare sul suo corpo, così come sull’offesa alla madre, Clitemestra, ingannata dallo stesso Agamennone, marito-padrone. Il testo di base é “Ifigenia in Aulide” di Euripide, per alcuni cori si è attinto ad “Agamennone” di Eschilo” e al “ De rerum natura” di Lucrezio. L’opera si apre e si chiude sulle note della “Iphigenie” di C.W.Gluck, nell’interpretazione di Maria Callas. Sul mito greco si intrecciano gli echi delle tragedie odierne, storie di ordinario abuso, che non annientano mai, però, fino in fondo chi le interpreta. Ifigenia si salva diventando una cerva: le vittime di oggi lo possono fare uscendo dal chiuso, denunciando. Le nostre attrici sono dentro ai loro ruoli, per insegnare a uscirne. Un bel risultato, per un laboratorio teatrale scolastico. | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||
I
fase Tempi: settembre-ottobre Temi da trattare: immigrazione e accoglienza. Perché: Alcune classi dell’Istituto “A.Rosmini” aderiscono ad un progetto provinciale sull’Intercultura, la cui finalità è quella di sensibilizzare gli studenti delle scuole superiori della Provincia di Grosseto riguardo alle problematiche dell’accoglienza e della cultura antidiscriminatoria rispetto alle minoranze. Sono argomenti di forte connotazione civile: è importante che gli studenti li interiorizzino: si devono cercare i canali efficaci. Perché il laboratorio teatrale: Il laboratorio teatrale della scuola è impostato chiaramente sulla prospettiva di incoraggiare i ragazzi a definire la propria dimensione civile e a cercare strade di espressione efficaci per comunicarle. Il laboratorio è dunque il terreno adatto per ragionare su accoglienza e immigrazione. Saranno questi i temi del laboratorio 2002-03. Quali argomenti: Cronaca, sbarchi clandestini, legge Bossi-Fini, scafisti, discriminazione quotidiana, cosa pensa la gente sugli immigrati, cosa dicono gli immigrati di noi, etc…. Quanti di essi: Negli incontri iniziali con gli studenti si decide che nell’opera da costruire deve starci tutto quello su cui si è discusso
1)Iniziano i laboratori di voce, postura, movimento, gestualità. 2) Le
insegnanti propongono un testo classico, “Otello” di Shakespeare
Sono molti gli elementi per cui Otello è un protagonista ideale del nostro lavoro. Otello sarà il nostro protagonista. I “contro” di questa operazione:
Come risolverli:
E
il testo di partenza? Deformiamolo. Ecco il canovaccio drammatico emerso da questa fase di laboratorio: Lab. Teatrale
2002-03
III
fase Incontri
settimanali tra insegnanti e studenti. Come
si vuole che vada a finire la storia? Come
vogliamo che finisca la nostra opera? IV
fase V
fase |
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La vicenda si basa sullo sviluppo della vicenda sakespeariana, partendo dalla morte di Giulietta e dall’amore di Rosalina per Romeo che la dimenticò appena vide Giulietta. La
storia è bella, ricca di situazioni intriganti in cui emergono
sentimenti forti: la passione d’amore, la rivalità, l’amicizia.
I caratteri dei personaggi esprimono una vasta gamma di toni: tragico,
malinconico, comico… Presentiamo il copione ai ragazzi, lo leggiamo con loro, che ne restano rapiti, e prima di decidere come distribuire i ruoli, cominciamo a lavorare sui sentimenti chiave del testo: odio, opposizione, paura, aggressività, fuga, scontro, sospetto ma anche amore, accordo, serenità, fiducia. Ogni incontro si apre con esercizi studiati per far emergere atmosfere e sentimenti attraverso la prossemica, la mimica, il ritmo del movimento; escludiamo, per il momento, la recitazione ma non la parola, anzi, spesso partiamo proprio da frasi composte dai ragazzi su situazioni che definiamo noi conduttori e che sono attinenti alle esperienze tipiche del vissuto giovanile. Quando i ragazzi si sono ormai appropriati delle atmosfere del testo, lavorano per due pomeriggi con un esperto del Teatro della Limonaia su alcuni segmenti chiave della sceneggiatura. Nelle ore di stage la crescita del gruppo è sorprendente: più forte la capacità di proporre, più forte la sintonia, il desiderio di continuare a cercare soluzioni “convincenti”. E’ tempo di attribuire i ruoli, già praticamente scelti dai ragazzi nel corso degli esercizi. Le
prove settimanali portano a maturazione completa il lavoro…ma
alla vigilia della presentazione dello spettacolo, durante la nona Rassegna
del Teatro della scuola, il Lab Rosmini ha l’opportunità
di fare un’ esperienza indimenticabile partecipando ad uno workshop
di tre giorni tenuto da Peter Hussey (regista e direttore artistico
del KYT – Crookedhouse, di Newbridge – Dublino, referente
del progetto Connections per l’Irlanda), Sharman Macdonald (autrice
di After Juliet) e Zack Kinney (del National Theatre di Londra). |
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Premessa Si
tratta di una sceneggiatura molto divertente e molto aderente alla vita
quotidiana degli studenti. Il testo presenta però alcuni problemi: sono solo due i protagonisti evidenti dell’azione, tutti gli altri personaggi agiscono come gruppo. Ciò crea una certa resistenza nei ragazzi che non vedono sufficienti opportunità di espressione per tutti coloro che gradirebbero ruoli ben sbalzati. Durante
uno stage teatrale attuato nel mese di novembre con un esperto del Teatro
della Limonaia, si discute il testo e si chiarisce che la sceneggiatura
punta sulla coralità, sulle relazioni reciproche; perciò
ogni personaggio - musicista dovrà maturare un proprio carattere,
desumibile dalle battute che dice e che si dicono al suo indirizzo. I ragazzi sperimentano la “mise en space” di alcuni segmenti dell’opera, ne comprendono bene meccanismi e qualità e si affezionano sempre più all’idea di portala sul palcoscenico. Il lavoro dei mesi successivi è impostato su esercizi funzionali alla messa in scena, pensati, per esempio, per agire tutti insieme in un medesimo tempo - durata, per mostrare con gesti chiari cose che non ci sono (gli strumenti), per sapersi affidare alle mani altrui o sapersi prendere cura di chi si è fidato di noi. Si studia la conformazione di una orchestra, come si impugnano gli strumenti, quali gesti fanno, suonando, gli oboisti, i violinisti, i flautisti….., si studia la partitura della quarta sinfonia di Tchaikovsky, si crea la parlata di Alex, ragazzo russo che trasporta nell’italiano suoni e cadenze della sua lingua . Durante le “prove”, la prima parte dell’incontro è sempre riservato agli esercizi. Quello che piace di più è il “carry on” il cui svolgimento prevede che ogni singolo individuo, camminando con gli altri, cerchi di sintonizzarsi sempre di più col gruppo, prendendone lo stesso ritmo. Quando poi ci si sente di farlo, ognuno, cercando un contatto con un altro membro del gruppo, si abbandona come corpo morto e si mette nelle mani altrui. Il partner se ne prende cura adagiandolo a terra e verificandone la completa rilassatezza muscolare. Chiuso il momento del contatto, si torna a far parte del gruppo, adeguandosi al ritmo dei passi degli altri. Col
trascorrere dei mesi i progressi maturati nell’esecuzione di questo
esercizio evidenziano sintonie sempre più forti tra i ragazzi
e tali sintonie vengono trasportate nell’azione scenica. Il
gruppo, prima della “cura” nata dal sogno di un ragazzo
capace di credere nell’impossibile (Alex), è sgangherato,
confusionario, trascinato dal gusto di irridere, di esasperare i contrasti. I ragazzi, avendo scoperto le possibili traduzioni sceniche della sintonia, lavorano per contrasto alla individuazione degli atteggiamenti opposti. Alla
fine di aprile lo spettacolo è pronto ma…. non è
ancora in circolo l’adrenalina dell’ultima ora. E’
nella “prima”, come sempre, che tutto quadra. Alla 10° Rassegna Provinciale del Teatro della Scuola, la giuria dei ragazzi premia “I musicisti” del Rosmini . (Primo classificato tra gli spettacoli presentati dagli Istituti Superiori) |
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Laboratorio
teatrale "A.Rosmini", Istituto Magistrale Statale Sperimentale,
Viale Porciatti 2 - 58100 Grosseto - e-mail: rosmini@rosminigr.it |
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